Prendo spunto da questa considerazione di Isde (Medici per l’Ambiente) per qualche riflessione:
In questi due anni di pandemia inondati di quotidiani spesso confusivi resoconti di contagi decessi mascherine sì/no ecc. non ho mai visto affiancare con altrettanta insistenza informazioni su un elemento assolutamente essenziale per la vita propria e della comunità: il prendersi cura della SALUTE.
Paradossalmente sembra che non ci sia la consapevolezza chela salute appartiene innanzitutto alla natura del nostro corpo e al più vasto corpo della natura in cui viviamo.
Non appartiene solo ai farmaci, di qualunque tipo siano.
Non è solo difendersi.
Ho sentito con stupore e sdegno affermare, da esponenti di professioni scientifiche e giornalisti in seguitissimi programmi tv, che per diminuire il rischio di ammalarci gravemente di Covid possiamo contare solo sul vaccino perché sui fattori di rischio di età e salute si può fare ben poco. L’ignoranza così espressa e soprattutto divulgata mi lascia sgomenta, secoli di storia della medicina e del sapere dell’umanità intera buttati via.
Forse non sappiamo che un corpo sano con una mente sana e non stressata è un requisito fondamentale per una buona risposta immunitaria? E che gran parte delle nostre malattie indipendentemente dall’età vengono da un corpo e un ambiente sempre più indeboliti da cattivi stili di vita e veleni ambientali?
I tanti medici e specialisti che si sono già espressi in questo senso sono stati inascoltati.
In questi due anni siamo stati incentivati a vivere nella paura e nel senso di impotenza e insicurezza, sono stati alimentati il senso di separazione dagli altri, dall’ambiente e dal nostro stesso corpo, e la visione che è stata costruita è quella di una umanità debole chiusa in un bunker farmacologico in lotta contro un ambiente ostile e imprevedibile.
Ci sono persone che alimentano una prospettiva del futuro fatta di pandemie sempre più gravi e della necessità di armi farmacologiche sempre più potenti.
Questa posizione è davvero pericolosa, falsa e inaccettabile, e credo che sia un dovere per tutti contribuire a ristabilire al più presto una visione più sana e corretta che ci aiuti a riportare equilibrio nella società.
Una società evoluta che crea salute è una società che anche in una situazione di pandemia non innalza ulteriormente il livello di stress, come molti medici hanno sottolineato, anche solo per non far precipitare la funzionalità del sistema immunitario. Una società evoluta ascolta tutte le voci in causa e non crea dannose separazioni, sapendo che il vero atteggiamento scientifico è un sistema aperto e non arroccato su alcune convinzioni. La storia della scienza lo dimostra.
Soprattutto una società evoluta crea salute condividendo e insegnando tutto ciò che è alla base della salute stessa: un corpo e una mente sani in un ambiente sano, sviluppando solidarietà, coesione e conoscenza.
Ho sentito dire da esponenti della nostra professione che un medico che non si vaccina non è degno di fare il medico. Io dico che essere medici oggi è molto più che prescrivere e assumere farmaci e vaccini ignorando o minimizzando quella parte avanzata della scienza che da tempo ha scoperto e insegna le basi della salute psicofisica individuale e ambientale.
Non è opportuno creare divisioni con inutili fazioni provax/novax, profarmaci o no farmaci. Viviamo in una società già fin troppo divisa.
Si tratta piuttosto di riconoscere, proprio alla luce della scienza, che farmaci, vaccini e tanti altri strumenti terapeutici sono preziosi in molte circostanze, ma non sono alla base della nostra vita. Abbiamo perso di vista come funziona la natura a cui apparteniamo e quindi il nostro rapporto con la vita è sbilanciato.
Dobbiamo chiederci qual è davvero il mondo e il modo in cui vogliamo vivere e realizzarlo senza perdere tempo.
Auspicabilmente non è un un mondo immaginato con pandemie ricorrenti perché non sappiamo proteggere noi stessi e l’ambiente, ma un pianeta finalmente sanificato da veleni dove uomini e animali vivono in salute, nella pace, nella condivisione delle risorse, immersi nella cultura e in una natura sana e rigogliosa.
La prospettiva che mi sembra più saggia oggi è quella di persone che si dedicano assiduamente a questo immediato risanamento dell’ambiente esterno e interno a noi stessi, usando tutte le nostre conoscenze e insegnando alla popolazione che la salute non dipende solo da farmaci, vaccini ed esami.
Sappiamo che è piuttosto una qualità dell’essere, un bene prezioso che risiede dentro e intorno a noi e che può e deve essere coltivato e potenziato. Non è vero che ci si può fare poco.
Pensiamo anche solo agli studi, sempre su Covid, sui danni da zuccheri rispetto a contagiosità, gravità di infezione e diminuiti effetti della vaccinazione, o all’influenza dello stress sull’efficienza del sistema immunitario e della salute cardiovascolare. C’è molto che si può FARE per rendere il nostro corpo, la nostra società, il nostro ambiente più forti. Non siamo impotenti, non dobbiamo solo subire gli eventi esterni.
In maniera altrettanto massiccia e capillare dei quotidiani bollettini su contagi, morti e vaccinati dobbiamo diffondere, proprio in relazione alla attuale situazione pandemica e come prevenzione per il futuro, costanti insegnamenti su tecniche antistress, alimentazione sana, movimento fisico, cura dell’ambiente, comunicazione non violenta, pratiche di riequilibrio energetico, meditazione …
L’elenco può essere molto lungo. Si tratta di andare OLTRE le polemiche e le divisioni sulle scelte terapeutiche, e aiutare le persone a capire come fare a creare salute, gioia e comunità felici.
Anche l’Ordine dei medici dovrebbe usare il suo ruolo per farsi immediatamente promotore e sostenitore di tali iniziative, così come le diverse associazioni e chiunque si renda consapevole di questa devastante deriva ideologica che ha già avuto conseguenze pesantissime su tutto il pianeta.
Per tutti noi è un dovere etico irrinunciabile che può cambiare le sorti della attuale situazione da un pianeta rottamato a un pianeta evoluto.